Urban Screen e “Light Architecture” – Gianni Ranaulo

Gianni Ranaulo è un architetto che nel tempo si è porgressivamente specializzato in una archiettura di luci e leggera (giocando sul doppio senso della parola light in inglese), di comuniczione, mediale. La sua società, Light Arcihtecture svolge un ruolo centrale riguardo al tema degli urban screen, delle media facade e del media building, non solo per le realizzazioni e i progetti, ma anche per lo sforzo teorico che trova adempimento nel suo libro Ligh Architecture (Testo & Immagine).
Ranaulo non solo ripensa e re-inventa architetture e spazi urbani in Italia attraverso la visione di una architettura di luce, leggera, veloce, tecnologica, ma ne pensa i motivi e le qualità. Per Ranualo un’attenzione particolare va allo spettacolo, al nuovo spazio pubblico e all’ubiquità. L’architettura come spettacolo, come decoro, come linguaggio estetico che informa la città e lo spazio; ma anche un linguaggio che sa aggregare, che sa funzionalizzare o ri-funzionalizzare i luoghi. Un linguaggio pubblico, quindi, in grado di creare nuovi spazi pubblici o di trasformarli. E infine un’architettura veloce, leggera, ubiqua come la comunicazione contemporanea, come la tecnologia contemporanea, come la società contemporanea. Un’architettura che cattura l’attenzione, stupisce, immerge una spectatorship urbana sempre più veloce, come quella dei turisti e dei viaggiatori. Una audience che vuole godere del bello ma anche essere informata, e poter comunicare.
Quella che Ranaulo teorizza è una New Architecture del “non-costruito” e del “non-visibile”… mediale insomma.
Una New Architecture, quella di Ranaulo, figlia dell’automobile, dell’elettricità e della pubblicità:
ma soprattutto una “light architecture” come sintesi tra mondo reale e virtuale: «La vera attualizzazione del villaggio globale avviene in città, bisogna passare dalla sfera individuale dello schermo privato (computer, televisione ecc.) alla sfera collettiva della scena urbana, dal villaggio globale al “villaggio glocale”.»  E chiama questa “prospettiva stereoscopica” tra reale e virtuale.
Nasce così l’idea del Media Building, la facciata interattiva multimediale, dove «[…] Il Media Building è, in effetti, un nuovo strumento di comunicazione e informazione: 1. Istituzionale (informazioni di pubblica utilità, manifestazioni, comunicazioni fra città); 2. Culturale (eventi, news ecc.); 3. Pubblicitaria (aziendale, locale, nazionale); 4. Sociale (pubblicità progresso); 5. Personale (comunicazione a distanza, sms, Internet).»

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  • simone arcagni |

    Chiedo venia per i refusi…

  • Michele |

    Archiecture, Archtecture, Archietcture, architetcture??
    forse l’ultima.
    frose.
    Michele

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