Brevi note a proposito di musei d’impresa e modernità

Stavo ascoltando proprio in queste settimane alcune composizioni di Gerorge Antheil in cui l’autore mischia echi di jazz alla forma della sinfonia incorporando quel rumore industriale che è il segno della fabbrica e della metropoli industriale.

I suoni di Antheil ci fanno perdere in un mondo che sta tra i grattacieli di New York, il Cotton Club e le nuove metropoli europee e americane con i loro ritmi. Ecco allora che sull’onda di un suono “industriale” e “operaio” mi viene in mente anche La fabbrica illuminata di Luigi Nono. E’ il riverbero di un tempo passato. Ma è anche un segno del presente. L’industria e l’impresa nel ‘900 si è radicata nei territori, è diventata fattore culturale e persino estetico (penso ai paesaggi industriali, ai sogni moderni di Antonio Sant’Elia e all’utopia, anche architettonica, di Olivetti). Ha generato dialoghi e conflitti, è stato motore pulsante di un pensiero, quello moderno, che ha avuto declinazioni molteplici e molto diverse tra loro (da Spengler a Marx, tanto per fare due nomi). E oggi Museimpresa, l’Associazione Italiana Archivi e Musei d’Impresa – nata nel 2001 per iniziativa di Assolombarda e Confindustria (qui) si occupa proprio di salvaguardare questa memoria e allo stesso tempo rilanciarla in ottica sociale, culturale e turistica. Parliamo di 130 musei e archivi d’impresa e sostenitori istituzionali che si incontreranno a Matera per un seminario il 29 e 30 settembre al Museo Essenza Lucano. Il tema centrale è “Carte d’archivio, mappe di sviluppo” e si tratta di una panoramica dettagliata che illustra le scelte effettuate fino ad oggi, i cambiamenti e le prospettive verso le quali muovono le imprese sul tema del turismo in rapporto al

territorio.

Secondo Antonio Calabrò, Presidente di Museimpresa:

 

“La geografia dei nostri archivi e musei d’impresa racconta la realtà di un’Italia intraprendente, operosa, innovativa, cosciente di quanto la testimonianza della propria storia sia una leva fondamentale dello sviluppo sostenibile, un patrimonio economico e culturale indispensabile per costruire un miglior futuro delle nuove generazioni.”

 

Interessante che l’impresa abbia saputo creare luoghi culturali come musei e archivi che spesso, con allestimenti che guardano le nuove tecnologie o il potenziale dei social, sono in grado di offrire a pubblici molto diversi spaccati fondamentali della storia del nostro paese.