Wenders / Herzog: due maestri a confronto

E’ una strana coincidenza che due protagonisti del Nuovo Cinema Tedesco siano entrambi in Italia a presentare i propri lavori… in fin dei conti a fare anche un po’ il punto della loro carriera.
Wenders a Palermo, che ha ospitato le riprese del suo prossimo film e che ora lo omaggia con alcuni eventi di cui abbiamo parlato precedentemente, e Herzog a Torino. Non so in che rapporti siano i due, non penso nemmeno che sia importante… mi ha dato invece da riflettere come entrambi hanno avuto un percorso comune, siano stati le bandiere di una “nouvelle vague” tedesca, autori di un cinema che da troppo tempo era diventato marginale. Loro assieme a Schroeter, Kluge, Syberberg, Von Trotta, Fassbinder ecc.
Eppure le due personalità sono molto diverse… ci ho riflettuto dopo gli incontri di questi giorni con i due autori: da una parte Wenders è l’intellettuale e il cinefilo. Nel suo cinema sono evidenti i riferimenti, le citazioni o le affinità con i suoi maestri: da Ozu ad Antonioni ma anche il cinema americano classico.
Herzog, d’altro canto, va piuttosto fiero del fatto che non vede più di tre film l’anno e che le sue ispirazioni sono soprattutto musicali, poi letterarie.
Wenders ricorda come il rock gli abbia salvato la vita o comunque gli abbia fornito una fonte di immaginazione e quindi i suoi film sono spesso intrisi di rock, basti pensare all’amicizia con Bono degli U2 e poi le partecipazioni di Nick Cave, Lou Reed, le sue colonne sonore (pensate a Fino alla fine del mondo). D’altro canto Herzog ama la musica classica e quella colta contemporanea (fondamentale è stata la sua collaborazione con i Popol Vuh di Florian Fricke).
Wenders dichiara che per lui il cinema è architettura e la sua prima ispirazione è riprendere le città, mentre per Herzog il cinema è una sfida con se stesso per esplorare i confini dell’umano e della Natura: i suoi set sono l’Amazzonia, il deserto australiano, l’Antartide, per esempio.
Il cinema di Wenders è intellettuale, quasi saggistico, propone riflessioni, si pone come momento di elaborazione filosofica attraverso le immagini. Herzog interroga la Natura e se stesso, si sfida, parla del lavoro di regista come un lavoro atletico, mentre Wenders lo rappresenta come intellettuale.
Due facce di una stessa medaglia? Forse si: entrambi comunque sono rappresentanti di un cinema moderno, un cinema d’autore in cui la personalità del regista, la sua coerenza e ricchezza poetica, lo definiscono film per film. Entrambi sono uomini di pellicola che si interrogano sul futuro delle immagini. Sia Herzog che Wenders vivono l’alternarsi di film di fiction e di film documentari come naturale, anzi per entrambi è piuttosto difficile definire gli ambiti dei due generi.
Inoltre vivono tutti e due una seconda giovinezza: dopo alcuni passi falsi e alcune opere minori e momenti di lontananza dal cinema, sia Herzog che Wenders sembrano in questi anni aver trovato nuovi spunti, la loro ricerca li porta a realizzazioni di alto livello e così anche l’attenzione critica su di loro sta rinascendo, riconsegnandoci due grandi maestri del cinema, e forse l’Italia ha il merito di aver colto tutto ciò prima degli altri…

Di seguito due fotografie di Wenders a Palermo per gentile concessione di Giusy Mandalà, giovane critica di cinema e all’occasione fotografa (grazie!)

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  • Nicola |

    Ciao Simone,
    sono molto contento di ritrovarti qui; è sempre un piacere leggerti sia per il contenuto sia per lo stile [ “dialettica in terra italica”, “uomini di pellicola” mitico!! 🙂 ]

  • Giacomo Brunoro |

    Credo che la differenza tra i due sia un’altra: Herzog non accetterebbe mai di fare un film sponsorizzato da una regione in cerca di farsi pubblicità attraverso un film.

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