C’è bisogno di fantascienza

Mi sono tuffato nello speciale di “Robinson” dedicato alla fantascienza attualmente in edicola. Lo consiglio anche per la scelta grafica vintage coinvolgente.

L’ho letto volentieri in un periodo in cui sto riprendendo gusto a leggere di fantascienza. Magari una fantascienza “particolare”, come lo stupefacente Il grande ritratto di Dino Buzzati che descrive una intelligenza artificiale sparpagliata architettonicamente nell’ambiente. O come La voce nella notte, il breve racconto di William Hope Hodgson che, in questo caso, riesce a competere con Lovecraft nella definizione di una biologia aliena.

 

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golem

Nella fantascienza così come nelle narrazioni utopiche e distopiche si riesce a sentire l’odore del contemporaneo. Le nostre paure, le ossessioni sociali, i tabù culturali, gli spazi indeterminati.

Lo aveva ben compreso Stanislav Lem che a un certo punto della sua produzione inizia a ibridare il saggio con il romanzo, il reale con l’immaginario, creando zone di riflessione sulle tecnologie e sulla scienza che potremmo definire con una parola sola: necessarie.

Penso al suo Golem XIV, un trattato sull’intelligenza artificiale che al netto della sua totale invenzione è ancora uno strumento di analisi fondamentale.

 

 

 

Mi viene in mente Fredric Jameson e le sue Archeologie del futuro, una riflessione sulla fantascienza come utopia, come spazio privilegiato di scambi simbolici.

Fredric Jameson

Non credo certo di affermare qualcosa di particolarmente originale, ma forse oggi ancor di più, i luoghi in cui si attraversano finzione e scienza possono diventare uno spazio utile e necessario ad alimentare uno scambio culturale, forme di negoziazione,  creazione di paradigmi e persino di concetti per comprendere le sfide tecnologiche di oggi. Una filosofia fantascientifica. Forse futurologica.

O anche utopica, nel solco di tanti pensatori e opere come La nuova Atlantide di Francesco Bacone che giace al momento sul mio comodino per una rilettura che segue lo studio del suo Novum Organum. Mai come in questo caso due libri dello stesso autore dimostrano la stretta connessione tra osservazione scientifica, ricerca del metodo e narrazione.

Sento il bisogno di una letteratura in grado creare concetti intorno al dato scientifico e tecnologico. Sento il bisogno di una filosofia della scienza digitale e magari della fantascienza.