Il sapore amaro e un po’ vintage dello Shard di Londra

Spettacolare è spettacolare… questa imponente torre progettata da Renzo Piano che modifica lo skyline londinese portando unaa gigantesca freccia brillante di vetro e ferro nel centro della city.
Gli spettacoli di luce e laser poi che ne hanno caratterizzato, ieri, 5 luglio 2012, il “varo”, sono sicuramente d’effetto… eppure qualcosa non mi convince… questa dimostrazione di potenza edilizia, questo mito dei grattacieli come potenza modernista (che ha caratterizzato nel secolo scorso New York), questa retorica del monumentale… “la torre più alta d’Europa”… l’archistar di turno, Renzo Piano. Mi pare una cosa un po’ vintage, fuori tempo massimo, di una economia dell’illusione modernista. Non so… mi pare retoricamente eloquente, mi pare di un’altra epoca. Non voglio entrare nella discusione sulle torri, sull’economia degli eventi come le Olimpiadi di Londra e nemmeno sulla polemica nata sulla salvaguardia del patrimonio storico e architettonico, sui costi e sulla sostenibilità. Ci sarà tempo di approfondire. Quello che al momento mi colpisce è il fascino un po’ “demodè” di tutta questa spettacolarizzazione metropolitana.