Ho intervistato Andrea Caccia, regista di Vedozero, un film molto bello di cui vi ho già parlato e che in questo momento gira per varie sale e festival italiani…
– Ho già avuto modo di parlare del tuo film Vedozero che ho trovato davvero molto bello… ci vuoi spiegare tu il progetto che ti ha portato alla sua realizzazione?
Dopo anni di lavoro a scuola mi sono reso conto che il CINEMA, quello dei grandi maestri, che tanto è stato importante per la mia formazione e faro per tante generazioni, oggi dalla maggior parte dei ragazzi non è visto come strumento di osservazione del reale, ma come semplice e puro divertimento. Andare al cinema è come andare al fast food.
Non mi voglio dilungare sulla questione “intrattenimento”, ma mi preme sottolineare quanto sia importante – almeno per me, per il mio cinema, ma anche per la mia esistenza – indagare la realtà, interrogarla, cercare di comprenderla proprio a partire dalle domande che essa ogni giorno ci pone. Da questa riflessione, nata anche dalla continua rimessa in discussione del “genere” documentario, ho sviluppato un progetto per portare nelle scuole uno strumento – il cellulare che è a tutti gli effetti una macchina da presa – dando ai ragazzi la possibilità di raccontarsi in prima persona. Ho chiesto loro di ribaltare il punto di vista. Di osservarsi, di guardarsi, di filmarsi cercando di far capire che dietro ad ogni inquadratura c’è – ci dovrebbe essere – un pensiero. All’inizio mi hanno guardato male, non sapevano da dove partire, ma investiti di questa responsabilità – che è propria del cineasta – hanno lentamente compreso cosa filmare. Giorno dopo giorno il film ha cominciato a prendere corpo, in maniera disordinata, ondivaga, frammentata. Ingenuità e delicatezza, leggerezza e onestà, freschezza e pessimismo sono venuti a trovarsi uno vicino all’altra dando al film un’identità multiforme e spiazzante. Ho seguito tutta la fase di riprese andando in classe, incitando i ragazzi ad andare avanti, ognuno per la propria strada, seguendo l’istinto e cercando di essere onesti, veri… Il loro sguardo lentamente si è fatto il mio. Alla fine dell’anno scolastico avevano prodotto 4000 video da un minuto circa. A quel punto è iniziato il montaggio del film – e devo un grande ringraziamento a Cristian Dondi il montatore – che, anche se sembra impossibile vedendolo ora, era già molto chiaro nella mia testa.
– Vedozero è un film davvero molto particolare, una sorta di documentario eppure anche un film molto di regia, persino di poesia… che accoglienza sta avendo un prodotto così fuori dalle norme?
Direi ottima, il film pone delle questioni allo spettatore, confonde, lascia spiazzati e spesso divisi. Per un progetto nato con queste precise ambizioni, è un risultato importante. Che cosa chiedere di più al cinema se non – come ha detto uno dei ragazzi “autori” dopo aver visto il film – di mostrarci non come siamo, ma come crediamo di essere…
– In questi giorni è uscito al cinema Palestrina di Milano… So che state cercando di farlo vedere in più sale e in diverse città, ci indichi i prossimi appuntamenti?
I prossimi appuntamenti sono molti. Dalle sale delle grandi città ai piccoli paesi, dai festival alle scuole. Molti ci chiedono di vedere il film e a me di accompagnarlo… Per maggiori informazioni è meglio consultare il calendario sul sito, aggiornato giorno per giorno.