Il "teatro delle Orge e dei Misteri"… titolo emblematico dell'attività di un'artista così estremo come Hermann Nitsch che giovedì 14 gennaio incontra il pubblico per parlare di se del suo concetto di arte e per mostrare alcuni suoi filmati e video sul suo famoso
“Orgien Mysterien Theater”
(Sala Conferenze GAM, Corso Galileo Ferraris, 30, Torino alle ore 18.00).
Intanto alla GAM è possibile vedere una stanza completamente dedicata a lui all'interno della mostra "Il Teatro della Performance" con opere – tra le altre – di Marina Abramovich, Paul McCarthy, Gilbert & George, Michelangelo Pistoletto… (fino al 31 gennaio)
L'effetto delle sue opere per me è sempre dirompente, all'inizio quasi mi respingono, poi la forza espressiva dirompente della sua poetica mi conquista. I quadri così tragici, i paramenti e si simboli sacri imbrattati di sangue, le tele grondanti, i grumi di rosso e nero in cui è così presente l'atto del sua fare artistico.
“Tutta la mia arte è una preghiera. Non solo a Dio, ma alla natura, all’essere, al cosmo intero. Io sono profondamente religioso, anche se non sposo nessuna particolare confessione. Il mio lavoro e il mio teatro sono un modo estetico di pregare, una via contemporanea alla preghiera. Gli stessi simboli che uso sono simboli presenti in tutte le religioni: il vino, il sangue, il sacrificio. La differenza è che non sono metaforici, ma veri, reali.”
“Io uso il corpo umano, uso il sangue e la carne, parlo di sessualità di religione, ma soprattutto di morte.
“La televisione, i film ci propongono ogni giorno centinaia di morti. Ma come pura immagine, come qualcosa che non ci riguarda. Noi abbiamo inventato la morte pulita. Nel mio Teatro, invece, la morte torna a essere un’esperienza concreta: il sangue ha un odore e un colore, le viscere degli animali hanno una forma, sono sporche. Se io provoco scandalo è solo perché presento una verità, perché cerco sull’esempio di ogni grande artista del passato di lacerare l’ottusità, di raggiungere una consapevolezza. Il senso profondo del mio lavoro è questo: la presa di coscienza di verità antiche e la liberazione della paura attraverso la catarsi”.
(Hermann Nitsch)