Oggi, giovedì 28 maggio, potete trovare sulle pagine di "Nòva" un mio pezzo riguardante Giuliana Bruno, professoressa di Visual and Environmental Studies ad Harvard. In occasione della recente uscita del suo ultimo libro, Pubbliche intimità (Bruno Mondadori) ho avuto il piacere di conversare con lei telefonicamente.
Vorrei qui lasciarvi qualche appuntamento con la Bruno che sarà a Milano il 4 di giugno e inoltre aggiungere una coda che è rimasta inedita alla nostra chiacchierata.
Giuliana Bruno terrà una conferenza a Milano all’interno di Meet the Media Guru giovedì 4 giugno (ore 19 presso la Mediateca Santa Teresa – via della Moscova 28, Milano).
Per l’occasione la media-facciata di piazza Duomo ospiterà un vj set a cura di Claudio Sinatti sui temi della geografia emozionale ispirati al recente lavoro di Giuliana Bruno Publiche intimità (ore 18.30). A seguire la media-facciata trasmetterà via streaming brani della conferenza di Giuliana Bruno alternati a visual sul tema della sua ricerca.
Giuliana Bruno… sul cinema
SA: "Professoressa, vorrei segnalarle la mia passione per un regista di cui lei parla spesso Tsai Ming-liang, il regista taiwanese di Vive l'amour, The Hole, Che ora è laggiù, Il sapore dell’anguria etc."
GB: “Io lo adoro e ho adorato I don’t want to sleep alone”
SA: "Parliamo del voyeurismo, in riferimento a certo dilagare di sguardi pornografici sulla Rete in particolare…"
GB: “Il voyeurismo è un po’ un’ossessione della teoria… c’è senz’altro ma non si può ridurre tutto a sguardo dominante e sguardo dominato.”
GB: “Il piacere voyeuristico – continua – si abbatte con uno sguardo più tattile, con minore distanza… annullando la distanza che ci rende pornografi, passivi”
GB: “Lo faceva Antonioni e lo fa Tsai Ming-liang attraverso l’uso dei campi lunghi, delle inquadrature fisse, i ritmi lenti e il concentrarsi su tempi morti, sui momenti vuoti, come i rituali quotidiani, anche banali… in questo modo non siamo passivi, lontani, voyeur, anche quando si serve di immagini scabrose.” (le cito a proposito Il sapore dell’anguria che però lei non ha ancora visto)
GB: “EMPATIA questa è la parola magica… partecipazione”
Mi racconta anche come abbia invitato Tsai Ming-liang ad Harvard e sia risultato una persona fine, dotato di sottigliezza di pensiero e generoso nel rispondere.
Come ama il cinema del regista taiwanese così ammira il cinema di Chantal Akerman che ormai considera un’amica, anche lei ospite ad Harvard, e per la quale ha curato una retrospettiva cinematografica e una installazione sempre all’Università.
Quella delle installazioni è un campo che alla Bruno interessa molto, è quello che lei chiama “cinema disteso”, un cinema interiorizzato ed espresso in sedi diverse, frutto di scambi e di ibridazioni.
GB: “Le identità ibride, come la mia – mi confida – da Napoli ad Harvard, sono il frutto dei viaggi, degli incontri, di sguardi emozionali appunto.”…