Morire di lavoro a Cinemambiente

Morire di lavoro, questa è il più grande dolore, la causa della maggiore rabbia per gli uomini e le donne intervistati da Daniele Segre in un giro d’Italia nel mondo delle imprese che non attuano la sicurezza nei cantieri, che non assumono se non a tempo determinato, che fanno lavorare in nero, che si servono del caporalato. L’assurdità di questa situazione è al centro del bel documentario Morire di lavoro che da qualche mese sta girando per l’Italia, dimenticato dai canali istituzionali (la grande distribuzione o la RAI) e invece seguito da una passaparola straordinario nelle proiezioni estemporane e, ieri, ospitato da Cinemambiente. Segre attua una scelta coraggiosa: mette di fronte alla videocamera i parenti delle vittime o le vittime di gravi incidenti. In primo piano, con lo sfondo nero e gli occhi fissi su di noi, a raccontare del dolore, delle umiliazioni, delle angherie subite, ma a raccontare anche della dignità del lavoro.