Be Kind Rewind

Michel Gondry rappresenta per me la felicità del cinema, il cinema come divertimento, come gioco narrativo e visivo, fuori dall’obbligo degli effetti speciali, delle nuove tecnologie, dei grandi attori, delle trame epiche… il cinema come divertimento. Come è divertimento la musica per Gondry che ci ha entusiasmato con videoclip che sono piccoli gioielli (Around the World dei Daft Punk, Let Forever Be dei Chemical Brothers, Come into my World di Kylie Minogue etc.), fiabe o sogni, proprio come i sogni del suo film precedente L’arte del sogno o come i sogni da ricomporre di una storia d’amore nello sconclusionato ed emozionante Se mi lasci ti cancello.
Con Be Kind Rewind (divertitevi nel sito ufficiale) Gondry giunge alla maturazione del suo stile naif, imprime una gioia nel fare cinema e nel vedere cinema del tutto unica. Lo sconclusionato Jack Black è esplosivo prima nella sua ossessione elettro-magnetica, poi nella strabiliante trasmutazione magnetica… eppure non si tratta che dell’inizio, l’inizio di una fiaba eccentrica in cui due amici si ritrovano a dover “taroccare” pellicole famose del cinema dopo aver smagnetizzato l’intero emporio di una piccola città periferica. Il viaggio nel cinema parte, anche senza attori, senza stuodios e soldi… con una videocamera (strana rivincita del VHS!), idee a bizzeffe e una faccia tosta senza limiti.
Gioco e memoria, malinconia e sana comicità si inseguono in un film che parte lento e che non si serve di mezzucci per conquistarci (anche il finale “mieloso” fa parte dei giochi, è pienamente necessario ed efficace). Se il cinema postmoderno arranca, cercando di stare dietro ad una cinefilia spesso arida o ad un citazionismo che denuncia tutta la sua mancanza di idee, Gondry è una felice alternativa.