Un’ora sola ti vorrei è uno dei miei film preferiti degli ultimi anni; l’autrice, Alina Marazzi, attraverso filmati privati, ripercorre la storia della madre (ma anche della sua famiglia, di lei stessa bambina) e la sua perdita, la sua tragica scomparsa. Un film poetico, ricco di intuizioni visive e sonore. A quello fece seguito Per sempre, ancora una volta una storia femminile… la scelta di alcune donne di diventare suore. Ora esce nelle sale (7 marzo) il nuovo film, Vogliamo anche le rose. Filmati privati e di archivio, spassose animazioni “pop” e diari veri per tentare di scrivere una storia, o almeno alcune storie, di donne nell’Italia del boom economico. Un film ironico e drammatico, divertente e tragico allo stesso tempo; la Marazzi riesce a connettere i fili e le storie… è bravissima nel variare i registri, nel saper usare i materiali di archivio, nel fare dialogare testi e immagini distanti. Per lei davvero la nozione di documentario è obsoleta o quantomeno stretta, il suo è un cinema inventivo, autoriale, vivace, profondo e se l’opera seconda, dopo un esordio fulminante, era stato in tono minore, questo Vogliamo anche le rose è davvero un bel film.
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