Tra i film che da sempre mi hanno più colpito, quelli che vedo e rivedo più volte, ci sono sicuramente Il caso Mattei e Salvatore Giuliano di Francesco Rosi.
Rosi è uno di quei registi che personalmente amo, di quelli che provano, sperimentano, qualche volta falliscono… eppure hai sempre la sensazione che quel progetto, quello stile, era una necessità, una conquista che doveva fare. Se Salvatore e Il caso Mattei sono opere di un rigore stilistico unico a cui si associa un importante impegno poltico e sociale, C’era una volta e Carmen mettono in risalto il suo lato più onirico e una capacità di comporre le immagini di indubbio valore
Onestamente non ho affatto amato La tregua, così come Dimenticare Palermo, ma Cristo si è fermato a Eboli e Lucky Luciano restano film molto belli. Per non parlare di Le mani sulla città e quel quadro furibondo sulla pratica di lottizzazione e tangenti che noi italiani conosciamo fin troppo bene. Quei volti, quei gesti, le parole dei politici e le architetture che cadono a pezzi o che sorgono a scardinare il territorio a depauperarlo delle sue bellezze… quello stile secco e deciso che mischia cinema neorealista e commedia all’italiana, sono indimenticabili.
È perciò evidente che sono ben lieto che a Rosi venga consegnato l’Orso d’Oro alla carrierera al Festival del Cinema di Berlino (7-17 febbraio). Come si dice in questi casi… un omaggio dovuto. La manifestazione tedesca celebra il grande regista di origine napoletana con una personale completa a cui si affianca una mostra fotografica, Immagini di vita. Francesco Rosi (con un documentario girato da Roberto Andò), organizzati dal Museo Nazionale del Cinema di Torino. Museo che inoltre ospiterà, tra dicembre 2008 e gennaio 2009, una grande mostra fotografica e una retrospettiva completa… l’occasione di vedere ancha in Italia al cinema tutti i suoi film.