Addio a Ugo Pirro

Se ne è andato, all’età di 87 anni, il 18 gennaio, Ugo Pirro, sceneggiatore, giornalista, scrittore, uomo di cultura. Colui che ha sceneggiato Indagine di un cittadino al di sopra di ogni sospetto (1970), diretto da Elio Petri e interpretato da un grandissimo Gian Maria Volontè. Il terzetto – una delle più significative collaborazioni cinematografiche di tutti i tempi – che firma anche A ciascuno il suo (1967) e La classe operaia va in Paradiso (1971).
Tra i film che Pirro sceneggia troviamo alcuni dei grandi capolavori della nostra cinematografia, come Il giardino dei Finzi Contini (1972) di Vittorio De Sica, il secondo Oscar che il nostro vince dopo Indagine. Il giorno della civetta (1968) di Damiano Damiani, La proprietà non è più un furto (1973) ancora con Elio Petri, amico di tutta una vita a cui Pirro dedica uno splendido libro, a metà strada tra il diario e il romanzo, Il cinema della nostra vita (Lindau).
E poi ancora Ogro (1979) di Gillo Pontecorvo, Celluloide di Carlo Lizzani, fino a Ninfa Plebea (1996) di Lina Wertmuller, l’ultima sua sceneggiatura cinematografica.
Con Pirro se ne va un pezzo importante del nostro cinema, soprattutto se ne va uno “spirito” che in questo momento non si riesce nemmeno a intravvedere nel nostro paese. Uno spirito di condivisione intellettuale tra scrittori, critici, uomini di cultura, registi, attori… mi viene in mente la potenza dello sguardo di Petri e la lucidità della sua visione politica. L’irruenza di Volontè, lo stesso carattere di Pirro. Figli della rivolta morale ed estetica del Neorealismo, di una riflessione politica mai banale, testimoni e attori di un cambiamento di cui volevano essere protagonisti e critici.
Con Pirro mi sembra se ne vada un simbolo di una spinta a partecipare del cinema, della cultura, dell’arte, ai processi politici del paese… ma forse, soprattutto, se ne va un grande uomo di cinema.

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  • mariano |

    “Uno spirito di condivisione intellettuale tra scrittori, critici, uomini di cultura, registi, attori… mi viene in mente la potenza dello sguardo di Petri e la lucidità della sua visione politica. L’irruenza di Volontè, lo stesso carattere di Pirro. Figli della rivolta morale ed estetica del Neorealismo, di una riflessione politica mai banale, testimoni e attori di un cambiamento di cui volevano essere protagonisti e critici.”
    …poi basta buttare gli occhi sullo strillone affisso sulle porte a vetri delle pizzerie a taglio di roma e ti viene di piangere: Come tu mi vuoi, Scusa ma ti chiamo amore, parlami d’amore …. eravamo il paese di Cannibal Holocaust, Todo Modo e Sabata… non dico altro.

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