Dopo 10 anni il secondo museo egizio al mondo, quello di Torino, riapre. L’ora X è il 1 aprile e il nuovo direttore, Christian Greco, ha le idee molto chiare: “un museo 2.0 che includa, affascini e che sappia nuovamente riproporre anche la ricerca”.
Per fare questo oltre il piano di ristrutturazione, con l’aiuto della Fondazione Compagnia di San Paolo, è stato pensato ad lavoro di comunicazione fantasioso e molto legato all’innovazione firmato dallo studio TODO (qui). Innanzitutto un sito nuovo da navigare come un gioco (qui), da scoprire continuamente, interattivo nel senso più vero e completo del termine; poi una gigantesca clessidra posta in piazza San Carlo che, tramite un complesso sistema elettronico di passaggio della sabbia, fa il countdown dell’apertura.
E, ancora, un braccio meccanico che permette alle persone (soprattutto ai bambini) di giocare a scoprire reperti sepolti nella sabbia attraverso un sistema di tracking sensoriale che si sposa con un sistema robotico che sarà in seguito utilizzabile tramite il sito anche in remoto.
Il nuovo museo guarda al futuro, usa le stampanti 3D ad alta definizione per fare modelli di statue e oggetti, si presenta con una campagna capace di usare i social network con intelligenza. Tutto firmato Todo, lo studio torinese.
Riscoperta e coinvolgimento… queste sono le parole d’ordine del Museo che vuole essere la punta di diamante della Torino dei prossimi anni.
Tecnologia, ricerca, storia e rigore museale possono convivere? Questa è la scommessa dell’Egizio!