La notizia è ghiotta: Netflix ha deciso di produrre un film, un lungometraggio… esattamente La tigre e il dragone 2, sequel del fortunato film di Ang Lee. La strategia è quella di far uscire il film contemporaneamente nelle sale e in Rete e quindi differenziare il prodotto e il suo accesso per gli utenti. L’idea è quella che un prodotto audiovisivo è divenuto un contenuto che si svincola dalla fruizione unica o da una scaletta cronologica di visioni. Netflix afferma una cosa quasi banale oggi… l’utente decide se e come vedere i propri contenuti e, quindi, io creo contenuti e li distribuisco su più “piattaforme” che a loro volta si declinano su più device. Nell’idea originale di Netflix c’è l’uscita in alcune sale IMax e di alta definizione e poi la Rete, con l’utente che sceglie, non solo i tempi e gli spazi, ma anche gli schermi della propria esperienza filmica (tablet, smartphone, pc). Ovviamente tutto ciò funzione sul piano teorico poi ci si scontra col fatto che ogni settore dei media prevede un ciclo commerciale a se stante, completamente staccato dagli altri, e quindi molti esercenti si sono sentiti attaccati e hanno negato l’accesso del film nelle loro sale. Netflix non si è scomposta e ha deciso che alcune selezionate sale IMax e la Rete gli stanno più che bene, e ai circuiti delle sale tradizionali non resta che aspettare e vedere l’impatto che il film avrà.
La scelta di Netflix pone il problema di trovare accordi sempre più stretti tra diverse componenti, accordi che permetteranno ai film, ma anche a diversi altri contenuti audiovisivi, di transitare in simultanea in spazi diversi. Tutto sta a capire la possibile riconversione industriale di un sistema di questo tipo.