Sembra proprio che Scorsese abbia deciso di passare alla storia come il più grande documentarista rock di tutti i tempi. In fondo si tratta di uno che muoveva i suoi primi passi da regista nei documentari rock, il suo zampino c’è anche nel monumentale Woodstock (1970) di Michael Wadleight. E nel 1978, dopo aver già diretto film come Mean Streets, Alice non abita più qui, Taxi Driver e New York New York, firma uno dei più bei film-concerto di tutti i tempi, The Last Waltz, L’ultimo valzer, concerto d’addio della Band, storico gruppo rock che aveva affiancato per diversi anni Bob Dylan. Su quel magico palco, accanto a Robbie Robertson e Rick Danko, si avvicendano Bob Dylan, Dr. John, Neil Young, Neil Diamond, Ringo Starr ecc. Scorsese registra i suoni, cattura i movimenti, intervista la band, ricostruisce le storie intrise di rock e di strada.
Nel 2003 supervisiona il monumentale progetto The Blues, una serie di sette documentari sul blues prodotti dal network PBS. Scorsese dirige Dal Mali al Mississippi e affida il compito di occuparsi di altri aspetti della storia di questa musica ad altri colleghi quali Wim Wenders, Clint Eastwood, Mike Figgis, Richard Pearce, Charles Burnett, Marc Levin.
Poi, nel 2005, ecco Bob Dylan: No Direction Home, un film straordinario: una lunga, profonda, emozionante intervista a Bob Dylan, e inoltre filmati storici che seguono la sua carriera, dagli inizi folk alla contestatissima svolta elettrica… il rock, gli amori, le amicizie. Un pezzo di storia americana nel volto dell’immarcescibile menestrello del rock e un lavoro sui materiali di repertorio da vero maestro. Ed infine i Rolling Stones: ieri alla Berlinale è stato presentato il documentario Shine a Light che riprende due concerti degli Stones del 2006 a New York.
E intanto trapela la notizia di due nuovi progetti: un film su George Harrison e uno su Bob Marley.
Per ora attendiamo con impazienza gli Stones…