La scienza all’origine del cinema

Ho divorato in questi giorni un libro che mi era un po’ sfuggito… nel senso che mi era arrivato, lo avevo guardato, sfogliato e persino reputato di grande interesse, ma pensavo che trattandosi di una ricostruzione storica delle macchine del pre-cinema lo averi letto più avanti, me ne sarei occupato in un altro momento, semplicemente. Poi me lo sono ritrovato tra le mani per un lavoro e ho scoperto un vero tesoro, si tratta di Il cinema prima del cinema di Virgilio Tosi (Il Castoro), opera ricchissima di fonti storiche, di documentazioni, un trattato davvero imponente, eppure scritto con una linearità tale che a volte sembra di seguire un racconto. Tosi sviluppa una tesi che condensa sin dall’introduzione in quattro punti:

1. La vera nascita del cinema non è l’invenzione e la realizzazione dello spettacolo cinematografico.

2. Il cinematografo, così come l’abbiamo conosciuto nei decenni gloriosi del “muto”, poi del “sonoro” e infine del “colore”, insomma, lo spettacolo cinematografico tradizionale potrebbe anche scomparire o ridursi a fenomeno marginale, soppiantato dai nuovi, più globali mezzi audiovisivi e di comunicazione di massa.

3. La vera nascita del cinema è stata determinata nel XIX secolo dalle esigenze della ricerca scientifica, per la necessità (e la progressione della possibilità tecnica) di registrare la realtà fisica nella sua dinamica a fini di analisi, di studio, di scoperta e quindi di conoscenza.

4. Il cinema scientifico, nato parecchi anni prima del cinema spettacolo, costituisce la base storica del linguaggio delle immagini in movimento. Rappresenta una nuova e ancora sottovalutata dimensione nelle possibilità dell’uomo di percepire e comunicare per mezzo di un codice che amplia quelli già precedentemente usati (gestuale, verbale, scritto, figurativo, rappresentativo).

Tosi inizia così una trattazione che ci porta in quel “tramestio” tecnologico, scientifico e culturale che è il XIX secolo, in una storia della scienza e della fisica e della scoperta del cinema.
Una lettura appassionante e un punto di vista sul cinema un po’ diverso, ma soprattutto una riflessione ricca di spunti anche sul nostro cinema, quello contemporaneo, davvero a rischio di estinzione o comunque di essere incamerato da nuovi media, un cinema che ritorna alla tecnologia e anche alla scienza per cercare di nuovo lo spettacolo, un legame forte e acuto che potrebbe caratterizzare il futuro delle immagini in movimento così come ha caratterizzato la loro origine.