Cinema & generi incontra Michael Mann

Sul nuovo numero della rivista “Cinema & Generi” a cura di Renato Venturelli e edita da Le Mani, c’è una bellissima intervista di Roberto Pisoni a Michael Mann. Il regista americano parla di cinema, di digitale, di generi, di Los Angeles e di molte altre cose. Ve ne riporto un piccolo stralcio:

Fin dalla prima inquadratura ho provato ad evocare non solo una sensazione, ma uno “stato mentale” e questo è il motivo per cui Los Angeles è così importante, perché non assomiglia a nessun’altra città. Non avrei mai potuto ambientare questo film a New York o a Chicago, doveva essere L.A. a causa del suo strano “surrealismo”. I sogni di ieri sono ormai consumati, ricoperti da una patina di corrosione, perfino le palme sono sporche, dovrebbero essere ben conservate ma non lo sono, e questa atmosfera di generale decadimento è una cosa che avverti fisicamente. E quanto di tutto questo sarei riuscito a trasferire concretamente sullo schermo? La risposta è niente: se avessi usato la pellicola cinematografica tradizionale non avrei visto nulla. Il digitale non solo mi ha consentito di usare la luce naturale, ma in virtù della sua maggiore pittoricità mi ha permesso di agire sui colori con un certo arbitrio. Per questo ho deciso di girare il 90% del film in alta definizione, per riuscire a vedere “dentro la notte”.