Premetto che ho una particolare passione per il genere musical, l’ho sempre trovato una forma cinematografica molto interessante, speso molto libera, spettacolare, addirittura sperimentale. Quindi tra i miei film preferiti si annoverano, per esempio, Cappello a cilindro o Cabaret, Un giorno a New York e Un americano a Parigi etc. E proprio per questa passione Mammia mia! mi ha un po’ deluso… non è un vero musical questa frizzante commediola ambientata in un’isola greca e con un cast eccezionale (Meryl Streep, Pierce Brosnam, Colin Firth, Stellan Skarsgård). Non lo è anche se è condita di molte canzoni degli Abba, “riviste e corrette”, perché manca di un vero ritmo musicale, perché è carente nelle scenografie e soprattutto nelle coreografie. Il tutto, a parte il ritmo piuttosto coinvolgente dei pezzi, rimane un po’ statico. La storia innanzitutto è piuttosto scialba e prevedibile e la narrazione stessa non è in grado di essere marcata, di portare all’apice, di intersecare emozioni e di fare esplodere la musica e il ballo.
Sembre più una sorta di “filmizzazione” (scusate il pessimo termine) di un programma televisivo qualunque, del tipo: vediamo come sa saltellare Meryl Streep e come se la cavano a cantare i nostri attori hollywoodiani. Oppure: mettiamoli una situazione tipo da intreccio da commedia in un’isola greca e infarciamola di buoni sentimenti e di qualche strillo di ragazzine. Un po’ reality, un po’ varietà, tutto è posticcio e appiccicaticcio… eppure non fa male, diverte, rilassa (forse)… è l’unica spiegazione che riesco a darmi del successo fragoroso che sta riscuotendo… e il musical? Il musical è ben altro e non bisogna per forza andare lontano: basti pensare al meraviglioso intreccio narrativo e musicale di Chicago con le sue coreografie e scenografie fantasiose, o al tentativo postmoderno di Moulin Rouge, ma anche, per rimanere nel tentativo di drammatizzare le canzoni di una band, il bello e psichedelico Across the Universe con le musiche dei Beatles…