Lunedì è stata la mia giornata Melville, iniziata con un capolavoro che ho rivisto con piacere, L’armee des ombres con Lino Ventura, Simone Signoret, Serge Reggiani etc. un affresco quasi epico della Resistenza francese tra intrighi, spionaggio, controspionaggio… grandioso, struggente.
Appena il tempo di rifiatare e “ingollare” un panino ed eccomi di nuovo in sala a tu per tu con il maestro francese, questa volta è un film noir, Le cercle rouge con Yves Montand, Alain Delon e Gian Maria Volontè. Un trio di antieroi che tentano il colpo perfetto. Un film preciso negli ingranaggi narrativi e “denso” nel tratteggiare i personaggi. E infine Les enfants terribles, da un testo di Jean Cocteau, un film quasi claustrofobico, duro, tagliente… bello!
La mattina seguente eccomi a rivedere il Macbeth di Polanski, un film terribile, senza speranza, crudele, esplicito, sanguinolento, da lasciare senza fiato. Poi in serata il documentario di Luca Guadagnino The Love Factory #3. Pippo Delbono. Bisogna morire, conversazione (o meglio parole piuttosto in libertà di Pippo Delbono)… un film piuttosto inutile, Delbono va piuttosto a ruota libera, non trasmette molto, non approfondisce, Guadagnino non riesce evidentemente a entrare in comunicazione vera con questo grande uomo di teatro. La sua mimica e la sua voce sono meravigliose ma si rimane alla superficie, piuttosto noioso.
Vado poi a vedere Tony Manero di Pablo Larrain… me ne avevano parlato bene di questo film ambientato nel Cile di Pinochet: la storia di un uomo maturo con il mito di Tony Manero, il personaggio di John Travolta ne La febbre del sabato sera. Tutto il suo mondo gira intorno a riuscire a essere lui, a muoversi come lui, ed entrare così nel mondo dello spettacolo. E’ pronto a sacrificre tutto: non si interessa di politica, è pronto a rubare, arriva persino a uccidere, sacrifica l’amore per un unico provino nei panni del suo eroe. Provino che poi fallisce. La storia è interessante il film un po’ meno.