Come si sarà capito dai miei frequenti interventi sull'argomento il tema degli Urban Scren mi interessa, e molto. Si tratta di uno sviluppo interessante dei media che oltre al suo tratto più semplicistico di luogo per la pubblicità, può assumere la forma di una vera e propria arte audiovisiva sociale, vissuta nell'ambiente urbano e quindi partecipata, in qualche modo. Inoltre è interessante l'interazione tra parete, architettura e urbanistica che questi schermi vanno a intrecciare nel corpo delle metropoli contemporanee. Che si trattti di megaschermi o di proiezioni, l'aspetto della città si modifica e diventa in un certo senso più fluido, così come il nostro sguardo, la nostra esperienza spettatoriale della città.
Siamo ad un'esperienza che travalica il concetto così ben delineato da Vanni Codeluppi di vetrinizzazione. Siamo oltre la città-vetrina, la città spettacolo della merce, siamo nell'era post-cinematografica della medializzazione degli spazi urbani. La città viene attraversata ormai da movimenti mediali… pensiamo all'uso dei videofonini in cui si può guardare filmati, consultare internet ma anche riprendere. Pensiamo a come il computer portatile stia sostituendo o comunque si stia affiancando al libro nei percorsi dei pendolari delle macro aree urbane (penso in particolare a Milano)…
Urban Screen Spa è una società fondata a Milano nel 2007 con lo scopo di creare
in Italia ed Europa un network di mediafacciate interattive. A Milano realizza una mediafacciata di 487 metri quadri (cantiere Arengario, piazza Duomo
Milano, progetto Mia, Milano In Alto). Mia rappresenta la più grande
architettura multimediale a led esistente in Europa.