Il cinema di Pesaro

Arrivata alla sua 46a edizione la Mostra del Cinema di Pesaro (20-28 luglio) si propone ancora una volta nelle sue coordinate essenziali che ne fanno uno degli appuntamenti più interessanti e importanti del panorama festivaliero italiano e internazionale.

Inizierei con la grande retrospettiva, come al solito legata al cinema italiano: quest'anno è toccato a Carlo Lizzani (il progetto è stato curato da Vito Zagarrio), uno dei padri del nostro cinema moderno. Un regista (classe 1922) che ha iniziato la propria carriera con alcuni documentari per poi esordire al lungometraggio di finzione nel 1951 con Achtung banditi! e che poi ha proseguito con film importanti come Cronache di poveri amanti (1954), La vita agra (1964), Banditi a Milano (1968), Mussolini ultimo atto (1974), Fontamara (1977), Celluloide (1996) etc.

Altrettanto "classica" la sezione sul giovane cinema internazionale, questa edizione (diretta ancora una volta da Giovanni Spagnoletti) ha scelto di presentare il nuovo cinema russo: “Vidi Stalker di Andrei Tarkovsky in anteprima europea proprio
qui a Pesaro – ha detto Giovanni Spagnoletti – un festival che ha una
lunga tradizione di rapporti con il cinema russo. Dopo la fondamentale
retrospettiva, curata dal compianto Giovanni Buattafava, che nel 1980
ci aiutò a capire il cinema sovietico, era doveroso rendere conto della
produzione della Federazione Russa per il grande schermo, realizzata da
diverse anime e varie generazioni che hanno permesso una importante
rinascita dopo il declino degli anni ‘90”. Film difficilmente visibili che passano solo nelle diverse sezioni dei festival internazionali. Pesaro ancora una volta si dimostra così uno dei luoghi fondamentali per scoprire i nuovi cinema, per familiarizzare con autori e produzioni invisibili eppure così vitali e interessanti.

Ma il festival è anche l'appuntamento con il concorso, le sezioni laterali e collaterali come "Dopofestival" ideato e curato da Antonio Pizzuto, spazio solitamente dedicato alla videoarte e ch quest'anno ha posto l'attenzione sul linguaggio del videoclip. O la selezione di cortometraggi della Sam Spiegel Film & Television
School che, come afferma il suo direttore Renen Schorr, “Nei suoi vent’anni di esistenza è andata alla costante ricerca delle voci più autentiche dei
giovani registi israeliani da presentare a un pubblico internazionale.
È stata fondata dal Ministero dell’Istruzione israeliano e dalla
Jerusalem Foundation. Quello perseguito dalla Sam Speigel School è un
approccio al film incentrato sulla storia, privilegiando il
cortometraggio come genere cinematografico a tutti gli effetti”. 

Rimando al sito del festival per avere maggiori informazioni sulle diverse sezioni, omaggi, presentazioni e tavole rotonde che stanno animando il festival marchigiano.