Ha proprio ragione Enrico Menduni: se parli di entertainment ad un uomo d'affari statunitense, quello ti prende molto seriamente, sa che quel tipo di industria è un settore serio del mercato e non solo permette di fare introiti, ma si intreccia in maniera forte con settori quali la politica, la società, la cultura… Se parli di intrattenimento in Italia, per esempio, qualcuno ancora arriccia il naso… cose frivole, volgari…
Eppure nel secolo passato l'entertainment è stato al centro della nostra società e della nostra cultura, pensiamo al ruolo centrale svolto dal cinema e dalla televisione, per esempio. Nel suo saggio sull'entertainment (Entertainment, Laterza) Menduni chiarisce bene l'importanza di questo termine e le sue implicazioni, ma soprattutto amplia la nozione in un excurus chiaro e persino avvincente che parte da quella famosa sera del 1895 in cui i fratelli Lumière inventano il cinema e passa attraverso l'invenzione della radio, della televisione e poi i parchi giochi, i parchi a tema (Dinseyland), lo sport spettacolo, il turismo moderno. Tratta di come i mezzi di comunicazione aprono a nuovi mondi e nuovi racconti… il treno, l'aereo. E poi i videogiochi, il marketing, il web, senza non notare che con l'avvento soprattutto del cosiddetto" web 2.0" qualcosa sta cambiando in maniera radicale: la cosiddetta "coda lunga", la gamification, il fandom, ma soprattutto l'ibridazione di media e testi, di pratiche e modelli esperienziali… e così anche l'entertainment diventa infotainment, edutainment, sportainment etc.
Il saggio di Menduni racconta delle narrazioni mediali e del concetto "moderno" di tempo libero e di svago per arrivare all'oggi quando la digitalizzzaione e la connessione stanno mutando nel profondo la società e la cultura… ma questa è una storia che si sta aprendo davanti a noi…