Ogni volta che penso al cinema del futuro, a una possibile espansione del cinema verso nuovi territori audiovisivi, mi viene in mente L’invenzione di Morel di Adolfo Bioy Casares (e il film di Emidio Greco)…
Le apparizioni fantasmatiche che animano l’isola solitaria, la misteriosa macchina che muove le immagini e le articola all’interno di uno spazio reale… solide, credibili, “intelligenti” (mentre sono solo ricche della memoria degli eventi/dati… proprio come capita per il machine learning).
Un po’ come i sogni realistici di Solaris.
Accenno a questi spunti nella mia rubrica “Segno Postcinema” sul nuovo numero di “Segnocinema” (qui). Il discorso su cinema e intelligenza artificiale avrebbe bisogno di ben altri approfondimenti, intanto osservo e prendo appunti: magari gioco a Agence di Pietro Gagliano, un vero e proprio interactive movie gestito da una AI…
O leggo il ricchissimo saggio di Susan Schneider Artificial You (ilSaggiatore)