“Secondo una recentissima ricerca di Futuresource, entro il 2015 nei Paesi più sviluppati, il 30% della abitazioni sarà dotato di una smart tV. Una cifra che dovrebbe arrivare al 70% entro il 2018″… questa la premessa dell’articolo di Biagio Simonetta uscito il 21 dicembre su “Nòva24”, Smart TV sotto attacco (qui)
Insomma: stiamo andando verso la definitiva computerizzazione dell’apparecchio televisivo che quindi sarà connesso e interattivo, non solo in quanto in grado di dialogare con gli altri nostri device e con noi direttamente, ma anche perché aperto a una possibilità di scelta molto più vasta rispetto a quella fornita dal classico telecomando.
Il problema sarà però quello degli attacchi alla connessione… nel momento in cui ogni nostra attività viene codificata in archivi convergenti, le possibilità di attacco hacker o di infiltrazioni, ma anche di accessi ai nostri dati da sovrastrutture più o meno ufficiali, è alto.
La Smart TV in alcuni progetti è addirittura lo schermo di riferimento per i controlli domotici… una centralità nuova e delicata. La TV non solo come luogo di contenuti ma anche come accesso alle informazioni, schermata per la comunicazione, controller per gli smart object di casa. Verrebbe da chiedersi come si conformeranno anche i contenuti all’interno di questo grande monitor di sistema, archivio generale connesso e geolocalizzato che sfrutta la banda e l’etere, il satellite e il cloud…