Il bell’articolo di Jaime D’Alessandro su “Repubblica” (qui) che parla dell’uscita su App Store di Limbo, videogioco indipendente per Xbox Live mi permette una riflessione su ciò che chiamo postcinema. Il teaser (qui sotto) potrebbe benissimo essere un cortometraggio d’autore. E’ inutile aggiungere altre parole sugli interscambi tra cinema e videogame, ormai ci sono decine e decine di volumi che ne trattano in maniera esauriente sia dal punto di vista storico che critico. La cosa per me più rilevante è notare 2 tendenze fondamentali:
1 – Come ormai stia tutto convergendo verso un’applicabilità per mobile media e in particolare tablet, smartphone e phablet. Comunicazione, informazione, social network, audiovisivi e giochi condividono sempre più lo stesso spazio: dispositivi leggeri, ubiqui, pervasivi e connessi che vanno a ridefinire il ruolo dell’utente ma anche forme, modi e pratiche linguistiche che si incrociano e si ibridano sempre più… che si definiscono per un’origine ibrida.
2 – Tutto ciò comporta che ogni forma di narrazione (giornalistica, ludica, cinematografica, televisiva etc.) si ibrida con le altre e soprattutto si converte alle dimensioni più caratteristica della Rete, ossia la partecipazione, la condivisione e l’interazione.