Con un piccolo gruppo di persone aspettiamo il nostro accompagnatore nel mezzo della ressa nell’atrio del Museo del Cinema di Torino. Ci lasciamo alle spalle il sempre nutrito pubblico del fine settimana e scendiamo in un luogo irreale, i sotterranei della Mole Antonelliana, un percorso di grotte in mattoni, basso e buio, pieno di cavi e per la prima volta aperto al pubblico. Un’atmosfera irreale. In questo piccolo labiririnto veniamo condotti attraverso un percorso di installazioni video curato dal regista israeliano Amos Gitai. Attraverso sequenze dei suoi film Gitai ha creato, con proiettori e schermi improvvisati sui muri e le porte dei sotterranei, un percorso sul filo della memoria: la memoria personale, con in primo piano la figura del padre, architetto che ha studiato alla Bauhaus e che poi è stato internato dai nazisti, ma anche la memoria del popolo ebraico e la storia dello stato d’Israele, e infine la storia personale di un regista colto e personale.
Gitai, di formazione architetto, ha preso possesso di questo luogo nascosto nel cuore di Torino e lo ha reinventato attraverso fasci di luce cinematografici… corpi che si muovono, suoni… dagli spari ai canti…
Amos Gitai. Architetture della memoria
4 novembre 2011 – 8 gennaio 2012
Mole Antonelliana e Cinema Massimo, Torino
A cura di Amos Gitai