“L’invenzione del luogo” e Las Vegas

E’ uscito in questi giorni il volume “L’invenzione del luogo
Spazi dell’immaginario cinematografico” a cura di Andrea Minuz (ETS)
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Un libro che parla si luoghi, spazi e cinema, dal Bates Motel di “Psyco” all’0verlook Hotel di “Shining”. Urbanistica, architettura e cinema disegnano spazi per creare percorsi per il nostro corpo o per il nostro sguardo in luoghi e paesaggi riconoscibili, a volte totalmente ricreati come mondi possibili.
Tra quanti hanno partecipato al volume ci sono anche io con una riflesione su Las Vegas, il cinema e il digitale…
Las Vegas è uno spazio simbolico, dove tutto è falso, la sua originalità o meglio ancora la sua realtà, sta nel simulacro, nel possibile, nello spettacolare, nel falso. Un falso cinematografico che crea percorsi emozionali e quindi di per sè già visioni di cinema.
Visioni psichedeliche come in “Paura e delirio a Las Vegas”:

Visioni di un cinema classico americano rivisto e corretto, che ha la velocità del gioco e la suspense della puntata come in “Casinò”:

Spazio in cui tutto è possibile, anche che Duffy Duck e Bugs Bunny recitino in un folle film di spionaggio firmato Joe Dante come “Looney Tunes Back in Action”:

Folle, psichedelica, violenta, immorale che sia, in ogni caso, come diceva anche il grande Elvis… Viva Las Vegas…