Audiovisivo, città e il postcinema

Un articolo su "Repubblica" parla del circuito di sale organizzato da Microcinema che prevede un sistema di broadcast per le sale cinematografiche proponendo spettacoli vari e cinema digitale. Tra le altre cose si sottolinea il successo delle proiezioni delle opere liriche.

Su questo blog avevo già parlato di Microcinema e di altri sistemi che definiscono un sistema diverso di gestione delle sale, meno rigido, elastico sia negli orari che nelle programmazioni. Un sistema a metà tra il televisivo e il cinematografico di cui si parla da tempo e che sembra iniziare a proporsi come modello forte. Non si tratta tanto, a mio parere, di un modello alternatvo, in grado di prendere il sopravvento, bensì di una forma di fruizione audiovisiva che si affianca a quella più "canonica" delle sale.

Quando parlo di "postcinema" parlo proprio di un sistema audiovisivo che si affianca a quelli esistenti e che trova forme e modelli alternativi.

Vale la pena di soffermarsi sul fatto che il fenomeno degli audiovisivi nei musei e nelle gallerie (d'arte ma anche di scienza), l'espandersi degli schermi urbani e delle architetture mediali, le performance mediali (proiezioni architettoniche, performing live e all'aperto di vj e visual artist), ma anche il diffondersi di schermi portatili e connessi stanno delineando forme nuove di fruizione dell'audiovisivo ma anche modelli sociali connessi a questa nuova fruizione e l'incontro tra città e schermi sembra il luogo ad oggi più prolifico e interessante per osservare cosa sta succedendo.