Business, arte, attivismo, queste le parole chiave della conferenza di Tatiana Bazzichelli, Geoff Cox, Les Liens Invisibles e Christian Ulrik Andersen… con il loro intervento è iniziata la prima giornata di conferenze dello Share Festival. Una serie di interventi di alto valore che si sono soffermati sull’arte e il mercato. Cristophe Bruno, per esempio, artista e attivista digitale assieme al filosofo Samuel Tronçon hanno parlato del progetto e sito Artwar(e)… Bruno, tra le altre cose, ci ha mostrato come si sia servito della curva di Hype, usata dal marketing per analizzare i trend dell’immissione sul mercato di una nuova tecnologia, per esempio, per costruire un sistema di analisi dell’arte che si basasse, come il marketing, sul rischio o suoi trend di diffusione e accettazione da parte del pubblico e del sistema… Bruno si muove tra arte, scienza, industria e marketing… campi che si incrociano e che si intersecano, per esempio nella cartografia delle parole dell’arte di Bruno chiamata Dadameter. Un approccio ovviamente ironico e allo stesso tempo sostenuto da un modello filosofico/logico (come sottolinea Tronçon) che ha a che fare con i processi più che con le cose, con l’interazione sociale, una logica in cui gli oggetti non sono stabili, c’è sempre trasformazione, rotture di simmetrie, disordini, confusioni… la cartografia dell’arte di Bruno cataloga le parole dell’arte, ne studia i flussi e i movimenti, ne mappa le ricorrenze… siamo nel pieno del tema Smart Mistakes impostato dalle direttrici Chiara Garibaldi e Simona Lodi… tema trattato in particolare da Kim Cascone, musicista californiano, sperimentatore del suono elettronico e guru della glitch music che ha parlato a tutto campo di tecnologie, suoni, errori, interferenze e creatività ma anche di mercato e Rete.
Molto interessante è stato il “dialogo” (una formula nuova per il festival) tra la giornalista Valeria Gandus e la scrittrice, attivista e filmmaker Jasmina Tesanovic… la formula del dialogo ha permesso alle due protagoniste di fare emergere ricordi e racconti biografici, ma anche di avvicinare le proprie opinioni, di confrontarle, di metterle in discussione. Un esperimento davvero riuscito… mi permetto di consigliare al festival di continuare in questa direzione.
Roberta Buiani invece è partita dalla fantascienza per soffermarsi sull’immaginario scientifico, parlando di visualizzazione scientifica, di virus, di tecnologie ma anche di forme ed errori… è difficile per me rendere conto in poche righe di speech davvero complessi e approfonditi, posso però riportarvi la sensazione che intorno al tema impostato dal festival si muovano differenti approcci, punti di vista e ambiti differenti che sono in grado di sollevare questioni che hanno a che fare con il nostro sistema culturale, con le tecnologie che usiamo, con le estetiche che approntiamo. Errori, lapsus, oggetti difficilmente definibili, switch tra ambiti differenti, glitch, tentativi di poco ortodosse connessioni tra mercato, marketing e business, arte e attivismo, sono lo specchio di un’attività culturale, artistica e intellettuale diversa e vitale e la forza del festival sta in questa capacità di sondarla, recepirla e proporla al pubblico…
Così il finale ideale della giornata è stata la preziosa performance di Giacomo Verde, Multi Reverse, una performance di suoni e visioni dove l’artista dialoga con la macchina, con un software e una camera di ripresa per creare estemporanee produzioni estetiche…
Oggi ci sarà l’incontro con il gruppo di Les Liens Invisible, mentre venerdì sarà un’altra giornata ricca… alle 14.30 un dialogo tra Mario Calabresi e Anna Masera, alle 15.30 l’intervento di David Orban, alle 16.30 il dialogo tra Wu-Ming 1 e Max Casacci e alle 18 l’intervento di Edoardo Boncinelli, nella giornata di venerdì e quella di sabato sarà possibile seguire gli interventi in streaming sul sito del festival, mentre le riprese di tutti gli interventi saranno presto a disposizione sempre sul sito…
Dal vostro corrispondente Simone Arcagni… a seguire…
