Ho seguito, come molti credo, la finale di Champions League tra Bayern e Inter sabato scorso. Poi ho guardato un po’ di dopo-partita e all’indomani i giornali e i telegiornali non mancavano di dedicare un certo spazio all’avvenimento. Ma fra tutte le cose mi ha colpito molto l’accento posto sull’importanza degli urban screen. In molte città italiane sono stati approntati grandi schermi in spazi pubblici. A Milano, oltre a quello fisso in Piazza Duomo anche uno all’Arena con biglietto d’ingresso. Da molti anni ormai si usano gli schermi urbani per i cosiddetti media event (già per i mondiali e per le olimpiadi invernali a Torino e prima ancora), ma questa importante finale calcistica ne ha sancito non solo un uso ma anche una riconosciuta utilità e una fruizione normalizzata. La cosa interessante è che lo schermo urbano costituisce una quarta via tra l’evento live, quello casalingo e quello nei locali come bar e ristoranti. Prevede la piazza (o lo stadio), comunque un grande spazio pubblico che viene fatto rinascere proprio per un evento pubblico, tra l’altro di carattere ludico. Visione e festa nella serata dell’altro giorno hanno condiviso il luogo. La piazza italiana è ritornata ad essere centrale nella condivisione. Il medium trova una sua collocazione nuova e rifunzionalizza lo spazio pubblico andando a definire una fruizione partecipata e urbana. La metropoli contemporanea riesce in questo modo a riattivare i propri spazi per una vera condivisione pubblica… l’augurio è che riesca a trovarene sempre di maggiori e per eventi diversi o anche semplicemente per normali forme di convivenza, ma il fatto è comunque interessante e il moltiplicarsi degli eventi e degli scehrmi dice che c’è un bisogno di condivisione e di riappropriazione della propria città molto forte…