Sono andato questa mattina a fare un giro al Salone del libro di Torino… arrivo presto, faccio l'accredito, entro e vado subito salutare i miei amici che lavorano a diverso titolo nelle case editrici, guardo le pubblicazioni in tema di cinema, nuove tecnologie e nuovi media, gironzolo… ho l'impressione di deja vu: le case editrice sono bene o male le stesse, sono anche negli stessi luoghi e, nella maggior parte dei casi, gli stand sono allestiti alla stessa maniera. Da una parte è comodo, è come ritrovare un ambiente familiare. Guardo un po' di novità. Non mi fermo per nessun incontro, lo farò nei prossimi giorni, questa è stata solo una "puntata" conoscitiva… mi interessano molto le "cose" riguardanti il paese ospite, l'India. Vedo un'editoria che va avanti, promuove novità, rafforza le collane nuove o ne immette di nuove sul mercato. Mi chiedo se esiste davvero un mercato di lettori in grado di fare circolare tutta questa massa di titoli… poi esco, in tempo per prendere una breve lavata (ma anche la pioggia è nei miei ricordi del Salone). Mi sono segnato alcuni libri, alcune case editrici, ho acquistato un paio di cose, mi sono divertito a vedere gli amici di :punti che accolgono i visitatori con i giubbotti di salvataggio e una carta della crisi internazionale che fa da sfondo al loro stand, ma non riesco bene a giudicare, sicuramente si tratta di una manifestazione meritoria e importante ma che (e forse è colpa mia) non riesce più a entusiasmarmi e a emozionarmi… non scopro niente di nuovo, non rimango folgorato o incuriosito da una novità editoriale, da una nuova avventura editoriale. Avrò modo nei prosssimi giorni di calarmi di più nello spirito del Salone e allora forse questa mia sensazione cambierà.
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