“In Avatar invenzione e scienza si combinano perfettamente”,
parola di Peter Jackson che firma una bella e amichevole prefazione al volume
L’universo di Avatar. Genesi del capolavoro di James Cameron da poco uscito per
Il Castoro. Un libro sulla lavorazione pieno di fotografie, disegni
preparatori, immagini del film (una vera chicca!) del film di Cameron in uscita
il 15 gennaio e che promette di rivoluzionare le tecniche di effetti speciali
cinematografiche. L’avventura fantascientifica ambientata in un pianeta
fantastico e abitato da favolose creature, girato in 3D stereoscopico ha preso
circa 10 di lavorazione… un lavoro sulle tecnologie digitali, sulla scienza
messa a disposizione della creatività di un regista sognatore come Cameron.
Come dice Peter Jackson Avatar rappresenta davvero il risultato di un lavoro
scientifico per diverse ragioni. In primo luogo perché la curiosità per il
fantastico di Cameron si è alimentata da alcune spedizioni scientifiche nelle
profondità oceaniche. Spedizioni volute dal regista stesso e filmate,
spedizioni che gli hanno aperto un mondo da favola, luminescente e dalle forme
fantasmagoriche. Per Cameron la scienza è un serbatoio di immagini, di mondi
possibili, di sfide visive e conoscitive. Sfide come quelle più strettamente
tecnologiche nel risolvere problemi visivi nel costruire mondi imposibili,
tecnologicamente avanzati che siano plausibili, futuribili. Il cinema di
Cameron è davvero un affare scientifico sia nei processi che lo portano alla
realizzazione ma anche perché il suo immaginario è decisamente orinetato dai
macchinari della scienza, dagli studi di matematica e informatica, dalla
genetica alla biologia.
Goloso quindi dovrebbe essere l’appuntamento con Joe Letteri
organizzato dal Future Film Festival (XII edizione – Bologna, 26 – 31 gennaio
2010). Letteri, Visual Effects Supervisor di Avatar e cofondatore di Weta Digital, parlerà al pubblico
martedì 26 gennaio e presenterà in anteprima mondiale il making of dello
spettacolare film.