Elettroshock,studi sulla psicologia e le paure dell'uomo, tortura, CIA, neoliberismo… che cosa collega queste cose? Ce lo spiegano Mat Whitecross e Michael Winterbottom con il loro The Shock Doctrine presentato al Torino Film Festival… o meglio ce lo spiega Naomi Klein in una serie di conferenze che i due registi hanno filmato e sui cui punti fondamentali hanno realizzato, attraverso immagini di repertorio, un vero e proprio documentario di stampo saggistico. La teoria ultra liberista di Friedman e la sua scuola di Chicago sono al centro di una rilettura storica che cerca di vederne gli effetti devastanti sul mondo, in quanto non accompagnata da democrazia e libertà ma da colpi di stato come quello che mette Pinochet a capo del Cile dopo aver spodestato Salvator Allende… come le tirannie militari del Sud America, dell'Argentina per esempio. Per poi spostarci in USA e Gran Bretagna analizzando le politiche di Reagan e della Tatcher il tasso di povertà e disoccupazione portato dalle loro pratiche economiche… e poi ancora, nel Medio Oriente del dopo 11 settembre. Un film militante, crudo, giornalistico nella selezione dei materiali ma saggistico nella pratica di messa in scena attraverso la suddivisione in capitoli, le parole della Klein, i "fili rossi" del discorso.
Si arriva all'uragano Kathryna e allo Tsunami per mostrare come i momenti di aperta crisi, le apocalissi (spesso manovrate e disposte dagli stessi interessi di capitale) creano il terreno ideale per manovre finanziarie senza scrupoli che arricchiscono pochi e gettano i più nella miseria e nella disperazione. Forse un film non riuscitissimo, condivido quanto letto in giro che ha un atteggiamento spesso un po' superficiale se non populista, ma un film vero, di ritagli, di ricerche di repertorio e con una costruzione narrativa di stampo saggistico a mio parere piuttosto interessante (ma il mio è ormai un pallino per Winterbottom!)