Vedere film, proiettati su grande schermo, in pellicola, può essere ancora un affare di piccoli borghi, di piccole sale o di quartieri periferici e/o popolari. Lo dimostrano, per esempio, quelli dell’Associazione 313 di Torino che anche quest’anno (dal 28 agosto al 28 settembre), per la sesta volta, realizzano la manifestazione Cinemainstrada. E, come recita il loro comunicato, sono in grado di offrire davvero una forma di distribuzione cinematografica alternativa: i film vengono proiettati in 4 piazze ad alta densità migratoria trasformate in cinema all’aperto; verranno proposti
20 film in lingua originale con sottotitoli in italiano scelti dagli stessi abitanti, tra cui
3 prime nazionali e 6 mai distribuiti in Italia, film provenienti Albania, Bosnia, Egitto, Iran, Italia, Marocco, Messico, Perù, Romania, Taiwan, Tunisia – un incontro con i registi afghani Razi Mohebi e Soheila Javaheri Mohebi, un incontro con lo sceneggiatore albanese Ylljet Aliçka.
Insomma: il cinema ritorna ad essere un affare sociale, un luogo di comunicazione e scambio, una forma di partecipazione pubblica e sociale. Anche questo è il segno di una metamorfosi del cinema e del suo assetto economico e sociale.