Gianni Ranaulo è un architetto e un teorico della media architecture. Oltre a realizzare architetture "di luce" e mediali ha anche dato alle stampe un libro, Light Architecture (che è anche il nome della sua società), in cui propone diverse riflessioni sull’architettura mediale. L’ho contatto e ha risposto a qualche mia domanda…
SA: Nel suo libro Light Architecture mi ha molto interessato il punto in cui lei teorizza una architettura del “non-costruito” e del “non-visibile” in risposta anche ad una edificazione selvaggia – e fondamentalmente brutta – che ha caratterizzato il nostro paese a partire dal boom economico… la light architecture può essere la strada per una rivisitazione non “pesante” dei nostri centri e delle nostre periferie?
GR: Assolutamente! L’impegno della lightarchitecture sulle riqualificazioni urbane intervenendo su quei luoghi che definisco « i buchi neri nella citta » E’ stato un punto di inizio della filosofia del mio lavoro !
Basta vedere uno dei primi progetti quello degli anelli nebulizzati sulla tour Montparnasse per capire che un rapido restiling urbano puo’ cambiare la fisionomia dei quartieri con interventi di “microchirurgia urbana”
SA: Quali sono le opere di media building che le sembrano più interessanti al mondo?
GR: Ad oggi la tanto teorizzata filosofia di mediabuilding di cui parlo da piu di 15 anni non è stata ancora largamente applicata. L’unico esempio pertinente è quello del Nasdaq Buiding di Time Square a NY dove la pelle è completamente rivestita di LED ma ancora lontana dalla teoria dei miei mediabuilding che prevedono facciate trasparenti dove le immagini vengono a sovrapporsi alla pelle vetrata come per magia!!!
SA: Urban Screen Spa di Milano mi pare si stia muovendo bene: è una realtà con una forte specificità soprattutto nel voler realizzare sia le opere che le strategie comunicative e i contenuti, cosa ne pensa? Potrebbe essere una via italiana agli urban screen?
GR: Urban Screen è nata come uno strumento per eventi temporanei e urbani, ma pur sempre legati all' arredo urbano più che alla riqualificazione degli edifici. Credo che l’inizio è sempre difficile ma penso che c’è ancora molta strada da fare per integrare la comunicazione e l’informazione all architettura questa è la differenza tra un urban screen ed un madiabuilding
SA: In questo senso Expo 2015 può essere davvero una opportunità per mettere in evidenza una architettura e un design italiano ma anche una maniera di concepire lo spazio urbano nuovo?
GR: Assolutamante si! Anche se non ho mai capito perche in Italia non si riesca a fare mai granché e si cerca di sfruttare opportunita come Expo 2015 piuttosto che mondiali di calcio o olimpiadi o che so altro per rilanciare un piano di modernità delle città! è cosi difficile per i politici italiani proporre soluzioni al presente piuttosto che promettere per il futuro?
SA: Sta lavorando a qualche progetto di media bulding in questo momento?
GR: Si diversi… negli Emirati Arabi dove ho un importante attività ed anche in Francia….
SA: Ha dei progetti in corso in Italia?
GR: No e mi duole dirlo non credo piu all’italia da tempo… ho sprecato tanta energia e tanta materia grigia in Italia ed ho una quantità scandalosa di progetti e concorsi vinti nei cassetti!!!
Quindi l’Italia per me e’ un bellissimo posto per tornarci in vacanza!