Ricordo ancora un festival di Locarno… il programma tutto segnato di film da vedere, film nuovi, anteprime, nomi altisonanti, nuovi geni e autori di cinema, poi, come spesso avviene ai festival, vado a vedere un film della retrospettiva dedicata al regista egiziano Youssef Chahine e rimango folgorato. Le giornate successive sono un rincorsa emozionata nelle sale dove venivano proposti i suoi lavori. Mi ero imbattuto in quel folle Alessandria perché e non potevo non vedere tutta la trilogia che questo anarchico, sornione, irruente, ironico, magico, regista dedicava alla sua città, Alessandria. Ma dopo La memoria e Alessandria ancora e sempre non potevo mancare Stazione centrale, il film del suo personale neorealismo egiziano…
Ho seguito poi la sua filmografia (ho amato Il destino) come se si trattasse di una mia personale scoperta, un mio nome, un regista da serbare e curare, da non esporre troppo alla luce del sole… un regista che sapeva conquistarmi con i suoi strani melange di musica e di musical e realismo, di storia e invettiva politica. Un cinema di poesia, spesso accostato a quello di Fellini… ora quel legame molto personale (con i suoi film, ovviamente) si spezza… Chahine è morto, non produrrà altre opere. La sua filmografia si ferma qui. Lo scrigno dei suoi tesori spero possa essere aperto…