Garrone, Sorrentino e l’Italia

Io sono piuttosto ottimista di natura ma credo che questo “male” non mi impedisca di leggere in maniera corretta quanto sta avvenendo… i riconoscimenti a Garrone e Sorrentino a Cannes non rappresentano la rinascita del cinema italiano. La rinascita del cinema italiano, a livello qualitativo, secondo me è già in atto da alcuni anni. Le opere prime e seconde, la vitalità dei nostri “maestri” (primi fra tutti Bellocchio e Olmi) non possono che essere salutati positivamente. Il problema piuttosto sta nell’apparato economico, industriale e commerciale del cinema italiano che versa in uno stato di crisi quasi irreversibile. Qualcosa i film di Cannes possono fare: smuovere, fare scattare un processo produttivo alternativo ecc. ma non credo se ne vedranno i risultati in tempi brevi.
Più che altro mi sembra di vedere in questa Italia, a dir poco affaticata, una sorta di volontà di riscatto che passa anche attraverso la piena comprensione degli aspetti peggiori della nostra attuale società. Sorrentino e Garrone non fanno semplicemente film di denuncia, entrano nella carne della nostra società attraverso il bisturi della creatività, dell’arte. Scoprono il potenziale della narrazione, della metafore, della visione, della capacità artistica di guardare e creare, documentare e personalizzare il veduto. Ripeto: a mio parere qualitativamente il cinema italiano è vivo e vitale, se riesce anche a ritrovare una centralità nel dibattito culturale e sociale di questo paese (e le code interminabili per vedere il film di Garrone sembrano testimoniarlo), andando così incontro ad un bisogno generalizzato di comprendere, di prendere atto, di non voltarsi più dall’altra parte, allora davvero si può essere, moderatamente, ottimisti.