Nonostante sia ormai chiaro che l’editoria di cinema viva una crisi profonda, alla Fiera del libro sembra non esserci stata traccia di questa flessione d’interesse. Anzi, a guardare tra i banchi, e a spulciare tra i cataloghi, a fianco alle case editrici che storicamente si occupano di editoria di settore come Lindau, Il Castoro, Marsilio, si affiancano ormai piccole realtà dal catalogo ben strutturato come Falsopiano, le Mani, Kaplan e a queste vanno aggiunte quelle case editrici che hanno deciso (nel tempo o più recentemente) di affrontare collane o singole edizioni sul tema come Electa, Feltrinelli, Il Saggiatore, Carocci, Minimum Fax, Donzelli, ETS, Laterza, Effatà (come vedete realtà più o meno piccole). Senza dimenticare le pubblicazioni di Enti e Fondazioni come il Museo Nazionale del Cinema di Torino o la Fondazione Ente dello Spettacolo…
Insomma un’offerta davvero imponente di saggi, storie, biografie, monografici ecc. Un’offerta sproporzionata rispetto al numero di lettori, allo spazio riservato dalle librerie a questa produzione e a quello quasi inesistente che la stampa (a parte quella specializzata) gli riserva.
Non voglio entrare nel merito del problema, ci vorrebbe una bella tavola rotonda e alcuni analisti del mercato che si mettano seriamente ad affrontarlo. Rilevo solo che negli anni ’60 per esempio l’editoria di cinema in Italia viveva un periodo esaltante nei numeri e nelle vendite e che queste probabilmente era il riflesso di una stagione cinematografica esaltante.
Inoltre il cinema era ancora al centro della vita culturale, era il luogo privilegiato del dibattito pubblico, era il luogo per antonomasia del tempo libero, una centralità, questa, che il cinema ha decisamente perso.
E forse andrebbe anche aggiunto che la grande offerta di notizie sul cinema sia a livello critico che storico ma anche teorico che la Rete propone non può non avere a che fare con il calo di interesse per la carta stampata.
Insomma: il cinema cambia, i pubblici cambiano, l’utenza si modifica strutturalmente, eppure l’editoria classica sembra avere fiducia, o si tratta di speranza o di miopia… da cultore del libro di cinema non posso che sperare, ma il discorso andrebbe affrontato e sarebbe bello poter riunire gli attori di questo universo per parlarne… intanto fuori della Fiera, in un bel negozietto torinese ho trovato un vecchio libro di Davide Turconi su Mack Sennet e un libro di Jori Ivens (il grande documentarista), Io-Cinema. Autobiografia di un cineasta, pubblicato da Longanesi… lunga vita all’editoria di cinema!