La torta di mirtillo, un piccolo locale di Manhattan, la strada, il deserto, i motel e i diner così postmoderni… questi sono i luoghi di un immaginario americano senza tempo in cui il regista di Hong Kong, Wong Kar-way, affonda i suoi personaggi.
Un bacio romantico, il primo film americano del talento del cinema cinese, gioca con grazia e delicatezza sui luoghi comuni americani, luoghi comuni in quanto parte di una mitologia e un immaginario americano che chi fa cinema non può eludere, far finta di non conoscere. Non capisco così la ritrosia di molta critica quando il film venne presentato l’anno passato a Cannes. Non sarà il capolavoro del regista di Hong Kong Express, In the Mood for Love e 2046, ma sicuramente è una storia coinvolgente, romantica e malinconica, un blues verrebbe da dire. Piccola e tanto sincera. E come al solito c’è l’impareggiabile eleganza di Kar-way nella messa in scena, la raffinatezza dei movimenti di macchina, dei primi piani, il felice gusto illuministico e cromatico. Senza dire che tra Natalie Portman e Jude Law scopre una Norah Jones (la figlia di Ravi Shankar) cantante che veste i panni d’attrice con ottimi risultati.
Un film coinvolgente: perdersi, ritrovarsi, perdere un amore e trovarne un altro, viaggiare per sapere cosa si intende per casa e incontrare altre persone per capire chi si è davvero…