Cinema americano: passaggio di testimone

Devo dire che il trailer mi aveva conquistato, il cast e in particolare la regia di Sidney Lumet mi avevano più che invogliato, poi arrivo in sala e mi si presenta un thriller dalle poche emozioni, una storia famigliare che rimane tutta in superficie e una regia piuttosto scialba, questo il triste esito di Onora il padre e la madre.
Mentre non scherza affatto Il petroliere di Paul Thomas Anderson: qualcuno, dopo il suo esordio in Boogie Nights, aveva pensato che fosse un talentuoso ragazzo allineato ad un certo culto del trash e del vintage cool alla Tarantino… forse non aveva visto bene la precisa messa in scena, il ritmo dolente che il film acquista fino all’epilogo. Ma si sono tutti dovuti ricredere all’uscita di Magnolia… altrochè Tarantino, qui c’è Robert Altman, c’è persino Welles nella attenzione alla sceneggiatura, nella cura della regia degli attori. Il petroliere non è ai livelli di Magnolia ma è un grande film (forse nessuno di quelli che ha girato fino ad ora è un capolavoro) ma è una potente storia di un uomo e della sua terra, una storia che sarebbe piaciuta a Welles ma anche a Ford… forse.
Una narrazione che evolve lenta e inesorabile, che intreccia le storie, dominata da un senso di destino incombente che sovrasta tutti i personaggi e in particolare il protagonista. Un senso di calamità che lega gli uomini alla terra, alle miniere, ai pozzi petroliferi, ma anche ai soldi, alla religione, con una colonna sonora “straniante”, contemporanea laddove il film si presenta come “storico”, che fa uso di rumorismi e che spesso accompagna, a volte contrappunta, a volte ancora stride con il visivo. Anderson è un regista maturo, dalle grandi capacità narrative e di messa in scena e soprattutto con un bagaglio di cultura e di emozioni complesso… da Lumet a Anderson, il testimone è passato!