Per chi come me pensa che L’anno scorso a Marienbad (1961) di Alain Resnais sia uno dei più bei film della storia del cinema, la notizia della morte di Alain Robbe-Grillet (che del film fu autore del soggetto e della sceneggiatura) non può che destare tristezza. Romanziere dal carattere scontroso, a volte duro e provocatore eppure fine letterato, capace di incastonare racconti e romanzi pregevoli e dare vita al cosiddetto “Nouveau Roman”. Nel suo scrivere a me intrigava la maniera in cui gli oggetti descritti divenissero finestre aperte su mondi magici e reali allo stesso tempo, così come i carrelli e le panoramiche di Resnais sulle architetture di L’anno scorso a Marienbad creavano labirinti di senso.
A sua volta regista, secondo una modalità che lo accomuna ad altri letterati come per esempio, rimanendo in Francia, Marguerite Duras e Georges Perec, ha diretto alcuni film come L’immortale (1963), Trans-Europ-Express (1966), L’uomo che mente (1968) o Spostamenti progressivi del piacere (1973). In quel calderone ribollente che era il cinema d’autore degli anni ’60 e ’70 il suo era un cinema “moderno”, intellettuale, tra l’ironico e l’irriverente, in cui sotto uno sguardo attento, quasi chirurgico, la narrazione “normale”, così come i generi “popolari” come giallo, noir, erotico, venivano “sfrangiati”, capovolti, derisi o intellettualmente riletti.