Alice e il 3D

Ieri sono andato a vedere Alice in Wonderland di Tim Burton in 3D stereoscopico al cinema Reposi di Torino. Ovviamente era un film che aspettavo: adoro Tim Burton e i suoi mondi fantastici, fiabeschi e dark e questo ultimo lavoro non è certamente una delusione. Burton ci sa fare, i personaggi e le ambientazioni sono meravigliosi, c'è quel senso di ironia e di grottesco (la regina rossa con il suo testone è addirittura irresistibile), quel senso di nostalgia che sanno avere solo le vere storie fantastiche. E poi c'è la regia di Burton, straordinaria nel tratteggiare i caratteri, nel dare ritmo al film, nel costruire movimenti, nel caratterizzare la recitazione… penso alla stilizzazione che imprime alla recitazione di Johnny Depp (suo attore feticcio) nei panni del cappellaio. Tra magie e sparizioni, esseri favolosi, battaglie, inseguimenti, boschi tetri, c'è davvero di che riempirsi gli occhi. O meglio… ci sarebbe. Se non fosse che la tanto decantata tecnologia 3D in questo caso delude. Ma forse non si tratta del film in sé ma della scarsa disposizione della sala cinematografica. Lo schermo è troppo poco luminoso e appena si inforcano gli occhiali un velo nero copre l'immagine. Una fastidiosissima tenda scura che copre le magie di Burton. Inoltre in molti casi si vedono le sfumature delle immagini, dei veri e propri strascichi di fuori fuoco. Nei movimenti poi la sensazione è a volte quella dei vecchi 3D analogici. Non penso che il film di Burton, lo ripeto, abbia questi difetti, di cosa si tratta allora? Delle sale probabilmente, non ancora attrezzate davvero a questo spettacolo. Ma allora mi chiedo perché pagare biglietti costosi per vedere un brutto spettacolo? Perché appena mi sposto dalla parte centrale del film le sbavature e gli effetti di solidità risultano poco incisivi? Penso che se la qualità della proiezione non si eleva, alla fine il giochetto del 3D abbia poche possibilità di resistere, perché lo spettacolo visto ieri non valeva certo il biglietto né il fastidio degli occhiali.