Inquietante, questo è l’aggettivo che più si addice a E venne il giorno di M. Night Shyamalan, un film che gioca sull’orrore per parlare dell’inquietudine dei nostri tempi e soprattutto di un’America post 11 settembre. Prendendo a piene mani dal cinema horror più “politico” (quello di Romero soprattutto e la saga dei suoi morti viventi), ma anche inserendosi nel nuovo filone catastrofico che, sulla scia soprattutto dei film di Roland Emmerich (The Day After Tomorrow, soprattutto), prende a prestito le ansie ambientaliste per sferrare un potente attacco al nostro Way of Life. Inquietante, quindi, a tratti persino un bel film, come lo era stato Il sesto senso e come non lo erano stati i successivi (Signs, The Village)… è interessante come parte del cinema horror e fantascientifico americano contemporaneo sembra così vicino a documentari come l’11° ora o Una scomoda verità. C’è un preciso intreccio tra le inquietudine di un mondo che si sente già “post” (post-americano, post-moderno, post-organico etc.) e il suo cinema che celebra con tanta assiduità l’apocalisse. In questo il film di Shyamalan è sicuramente uno dei prodotti più caratteristici e interessanti, anche se non riesce nemmeno ad avvicinarsi alla suggestione perturbante de Gli uccelli di Hitchcocok.
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