Che noia il cinema erotico d’autore! Chloe di Egoyan

Ecco, qui lo dico: il cinema erotico d'autore per me è quasi sempre una delusione, insomma di una noia terribile. Ho appena visto Chloe di Atom Egoyan, regista che generalmente mi piace molto eppure mi sono ritrovato a sbadigliare continuamente. E' come se gli autori che si rivolgono a tratteggiare storie erotiche si sentano in dovere di rivelare chissà quali trame sottli, chissà quali legami morbosi e alla fine si risolvono in situazioni piuttosto monotone, piatte, innamorati della propria macchina da presa e dei corpi che immortalano, avvinti dalle situazioni scabrose, i triangoli, gli appuntamenti, le passsioni morbose i sensi di colpa… ma tutto sembra già detto, già visto, troppo patinato e intellettuale per avvincere, troppo noioso… non so, sarà colpa mia ma non mi sono mai esaltato come spettatore di queste visionarie storie di sesso e peccato.

Trovo alcuni film di alcuni autori erotici, molto erotici, ma non erano film che avevano l'intento di essere tali, ma il loro sguardo sulla sessualità, sul mondo femminile, riuscivano ad essere intriganti, affettivi (penso al cinema di Antonioni, ad alcuni ritratti femminili di Bergman, alla voluttà barocca della Dietrich diretta da Von Sternberg, alla carnalità delle donne di Assayas)… ma non volevano essere film erotici, non si prefiggevano di raccontare l'erotismo, ma l'erotismo emergeva dalla loro visone e dai corpi femminili che riprendevano. La Vitti ripresa da Antonioni è un atto d'amore e di passione, la dimensione erotica di Mulholland Drive di Lynch è avvolgente, intensa, provocante. Ma di fronte al cinema erotico d'autore un bello sbadiglio non me lo toglie nessuno. La macchina da presa è già piuttosto erotica, il rapporto con il corpo, il primo piano, i dettagli, gli incroci di sguardi. Un regista sensibile riesce a comunicare tutto ciò senza avventurarsi in un percorso programmaticamente erotico…